Respirare è l’atto che compiamo più volte durante la giornata: se qualcosa disturba la nostra respirazione, alterandone flusso e numero di atti, potranno esserci varie conseguenze, tra cui l’irrigidimento dei muscoli cervicali e conseguente dolore.
In situazioni normali respiriamo per lo più usando il muscolo diaframma, espandendo il volume dell’ addome. Un buon numero di persone ha invece una respirazione
molto più “alta”: espande il torace e pochissimo la pancia.
Si è visto da recenti studi come un’alterata respirazione diaframmatica coinvolga in maniera massiccia tutti i muscoli cosiddetti “accessori” alla respirazione, come lo Sternocleidomastoideo (SCOM),lo Scaleno Anteriore e il grande e piccolo Pettorale, giusto per citarne alcuni.
Capiamo così come circa 15 mila atti respiratori giornalieri possano solo che creare una forte area di tensione in zona cervicale.
Se utilizzati male, il diaframma e gli altri muscoli respiratori diventano eccessivamente contratti. Come potremmo già immaginare ,diretta conseguenza della contrazione di questi muscoli e del loro sovrautilizzo, sarà una forte tensione sulle strutture alle quali questi muscoli si attaccano, ovverosia la gabbia toracica e
la colonna vertebrale dorsale.
Una ridotta mobilità toracica e della colonna dorsale potrà portare ad un ulteriore predisposizione ai problemi cervicali.
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